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Gli speleo sono come tutti gli altri?

gennaio 9, 2024

Oggi è stato pubblicato su La Scintilena un articolo dal titolo molto provocatorio: Gli speleologi sono più intelligenti degli altri? Scopriamo perché con Scintilena.

Premessa parzialmente inutile: frequento speleo dalla nascita, figlio di speleo, nipote di speleo, una grossa parte degli amici di famiglia erano speleo (dico erano perché ormai sono quasi tutti morti), ho fatto il corso nel 1989 e da allora non ho mai smesso. Ho sposato una speleo. Le uniche persone che frequento regolarmente sono speleo. Ho girato un po’ tutta l’Italia, conoscendo centinaia di altri speleo, ovvero un campione piuttosto grande in una categoria di persone che non arriva a 10.000 unità, ma probabilmente è sotto le 8.000 se parliamo di coloro che sono ancora in attività e iscritti a gruppi. Però la mia percezione non è statisticamente valida.

Pod Lanisce, 13 maggio 2018 ore 13:16, la torcia di Emanuele “Sandokan” illumina il sifone mentre torna dalla punta.

Innanzitutto questo primo punto: non sappiamo quanti siamo. Facile avere il conto dei soci individuali della SSI. Meno facile quello dei soci CAI che fanno attività in grotta, se non sono titolati della Scuola o membri del CNSAS. Difficilissimo avere il numero di quelli che vanno in grotta ma non sono iscritti né a SSI né a CAI, spesso sono iscritti a un gruppo, ma a volte nemmeno quello. Quindi ogni ragionamento che facciamo non è una statistica sulla popolazione speleo, ma sulle nostre conoscenze ed esperienze personali.

Su La Scintilena, Scatolini scrive:

La situazione è più grave di quello che pensavo dal mio piccolo buco. Facebook è un ricettacolo di ignoranti convinti di sapere cose che altri non sanno.

La più grande soddisfazione è verificare che il nostro piccolo mondo delle grotte è frequentato soprattutto da persone coerenti, coscienti, intelligenti, che hanno uno spirito critico sufficiente per capire di cosa parlano.

Aldilà di interpretazioni etiche sul modo di frequentare le grotte, possiamo notare che la maggior parte degli speleologi ha una preparazione scientifica e un approccio alla scienza fuori dal comune.

Mi sento ancora oggi un’élite ad essere uno di quelli che in grotta ci va con il casco e la luce sulla testa.

Fra le affermazioni fatte, condivido senza problemi l’ultima. Anche io sento di appartenere a un’élite. Semplicemente perché coloro che vanno sottoterra, a qualunque titolo o in qualunque modo al di fuori delle cavità turistiche, sono certamente meno del 0,017% della popolazione residente nella Repubblica Italiana!

Per paragone, considerate che circa 1,4 milioni di persone, pari al 2,37% della popolazione, sono tesserati della Federazione Italiana Gioco Calcio. Nel solo Friuli Venezia Giulia ci sono più titolari di licenza di pesca sportiva in acque interne che speleo in tutta Italia.

Gli speleo sono un’élite. Ovvero un gruppo piccolissimo di persone che fanno una determinata cosa. In più, possiamo dire che sono un gruppo piccolissimo di persone che possono fare una determinata cosa. Ci sono meno speleo in Italia rispetto a coloro che posseggono una Porsche, ma questi ultimi si sentono particolarmente fighi.

Siamo più intelligenti degli altri? Scatolini non fornisce nemmeno una definizione di intelligenza. Parla però di persone coerenti, coscienti, intelligenti, che hanno uno spirito critico sufficiente per capire di cosa parlano e di preparazione scientifica e un approccio alla scienza fuori dal comune.

Sono affermazioni campate in aria, che ci gratificano molto, ma non sono verificabili al momento, quindi, avendo un approccio scientifico alla questione, devo dire che sono solo ipotesi.

Se continuo a praticare attività speleo, sia speleologica che turistica, è perché sono curioso, voglio imparare cose nuove, voglio vedere posti nuovi. All’interno della società degli speleo ho trovato un numero di persone piacevoli ed educate sufficiente per non farmi fuggire, il che ha per me un enorme significato, ma non posso estendere la mia percezione fino a farla diventare una teoria dimostrata. Fra chi pratica speleo-qualcosa ho incontrato anche persone profondamente ignoranti, disoneste, grette, meschine, false, bugiarde. Sono persone che spesso ricoprono o hanno ricoperto ruoli dirigenziali nell’ambito associativo e mi hanno indotto ad allontanarmene. Qui entra la soggettività: io non lotto per sostenere le mie idee, ne sono incapace, le illustro e le motivo, basta. Se ti piacciono bene, se non ti piacciono non me la prendo, ma se mi dai del c***ne e usi mezzi sleali per fare prevalere le tue idee, io me ne vado senza combattere. È una cosa di cui non mi vanto, anzi la trovo una viltà, ma alla mia età è giusto anche essere onesti riguardo a sé stessi e ammettere le proprie mancanze.

Tuttavia, fra gli speleo-qualcosa ho trovato decine di persone che hanno molte più conoscenze di me, capacità fisiche molto più grandi delle mie, sono educate e rispettose degli altri e questo mi ha portato a continuare a frequentare la “base” della società degli speleo.

Ma siamo veramente migliori degli altri? Non lo so. Probabilmente la frequenza di persone che adottano un approccio scientifico ai problemi è maggiore rispetto a quella nella popolazione italiana complessiva. Lo stesso vale per coloro che sono interessati ad incrementare la conoscenza umana del mondo: probabilmente ci sono più esploratori e ricercatori fra 1000 speleo che fra 1000 cittadini presi a caso. Non ne ho certezza, sia chiaro (questo è approccio scientifico). Siamo più intelligenti? Qua si scivola nel territorio estremamente accidentato a confine fra filosofia e neurobiologia. Se per intelligenza intendiamo la capacità di elaborare nuove tesi a partire da nuovi dati, dobbiamo per forza fare paragoni fra gruppi di persone che hanno a disposizione gli stessi dati. Se un pastore di capre afghano non sa calcolare la velocità di espansione dell’universo non è perché sia stupido, ma perché non conosce l’effetto Doppler e non ha a disposizione i dati spettrometrici delle galassie più lontane. D’altro canto, non li ho nemmeno io che ho frequentato un corso di laurea scientifico in un’università dove ci sono anche astrofisici. Il pastore afghano e io non siamo stupidi, siamo solo ignoranti.

Mi è capitato, frequentando molti speleo di gruppi e regioni diverse, di osservare come vadano in grotta e cosa pensino delle grotte. Ho notato un’enorme differenza fra gli altri e i Soci del mio gruppo, il Circolo Speleologico ed Idrologico Friulano. Noi non abbiamo nessuno che vada a -1000, ma il più ignorante fra i nostri soci ha un bagaglio di conoscenze scientifiche che sembra essere superiore a quello della media degli altri gruppi speleo italiani. Quindi, gli altri sono tutti stupidi? No. Moltissimi sono ignoranti come me e il pastore afghano. Moltissimi sono cresciuti, dal punto di vista speleo, in ambienti dove si esalta il gesto atletico, si misurano le grotte per stabilire chi ce l’abbia più lunga, ma nessuno si interroga sui meccanismi che portano alla formazione delle concrezioni eccentriche. Quando io vidi le eccentriche alla grotta del Bue Marino, rimasi incantato e mi misi a ragionare su come cavolo si fossero formate. Con me c’erano un sacco di altre persone e credo che forse solo una o due abbiano avuto il mio stesso pensiero. Sono stupidi? No, hanno altri interessi, apprezzano la bellezza fantasmagorica delle eccentriche e questo è di per sé molto bello, almeno per me.

Io frequento anche quelli che spaccano pietre per scendere più in profondità, solo perché vogliono averla più lunga degli altri e collaboro pure con loro, quando sono simpatici. Ma nella vita vorrei invece capire come siano fatte le montagne dentro. Quindi se io non ci passo ma qualcun altro passa e mi racconta cosa ha visto, mi va bene. Così come mi va bene se scopro ed esploro una cavità con dislivello di 100 m appena fra accesso e punto più basso raggiunto, in una collina dove il mega strato di calcarenite non consente di più. Non sono superiore o migliore, sono diverso dal cittadino medio e anche da molti speleo. Che senso ha fare classifiche? No! Ha senso piuttosto emarginare gli egoisti, che creano sempre guai.

Boh, che vuoi che ti dica Scatolo, secondo me siamo cretini come gli altri, però fra noi la frequenza delle persone colte e interessate è molto più elevata rispetto alla media della popolazione italiana. Secondo me, perché non abbiamo statistiche. Certo che uno con 20 milioni di visitatori potrebbe fare dei sondaggi e acquisire dei dati, se poi ha un amico che si diletta con l’elaborazione statistica, farebbe tombola.

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