20 anni di Scintilena
Lo scorso fine settimana 150 persone, provenienti da tutta Italia, si sono incontrate a Narni per celebrare e festeggiare il 20° compleanno de La Scintilena, il notiziario web italiano dedicato alla speleologia.
Lo sapete probabilmente tutti cosa sia La Scintilena e chi sia Andrea Scatolini, il motore inarrestabile di questa iniziativa. Andare a Narni è stato per me un immenso piacere, uno dei fine settimana belli, quelli che ti fanno bene all’animo. Alcune riflessioni ora le posso fare (Mayo, dai, no, non serve, stai sereno!).
La Scintilena dimostra qualcosa che avevamo sospettato più di 20 anni fa: servono le persone. Persone che hanno una visione e sono capaci di trasformarla in idea, poi di trasformare l’idea in progetto e infine di realizzare quel progetto. Molti anni fa, prima che La Scintilena iniziasse a uscire regolarmente raccontando tutto ciò che nel mondo speleo italiano (e non) si veniva a sapere, ero stato coinvolto nell’idea di creare un notiziario di un’associazione speleologica nazionale. All’epoca ero decisamente un pigro maiale (Chiesi M., 2001). Quindi, per quanto l’idea mi piacesse, non feci letteralmente nulla di buono.
La visione la ebbero alcuni anni prima sei loschi individui, che vennero definiti speleointerdetti: usare gli strumenti di comunicazione che stavano divenendo sempre più accessibili, per connettere gli speleologi italiani fra loro, condividere informazioni, idee, pensieri. Il numero degli adepti aumentò molto più rapidamente del previsto, anche se all’inizio erano quasi tutti nerd. Io scoprii quel mondo quando l’università mi assegnò il primo account per accedere alla rete attraverso il terminale al centro di calcolo: testo formato da pallini luminosi arancioni. Il mainframe faceva girare Unix. Non capivo esattamente come funzionasse, ma potevo contattare gente in giro per il mondo, biologi, speleologi, chiunque!
Se io e tanti altri non sapevamo un accidente di rete e sistemi, lo sapevano gli speleointerdetti. Ebbero successo. Sabato mattina a Narni c’erano Fabio Siccardi, Stefano Olivucci e Graziano Ferrari, che hanno ricordato le tappe del percorso che ci portò tutti in rete. Sono gli unici a poterlo fare, perché sono tre degli speleointerdetti originari. Su alcuni passaggi credo siano stati un politically correct, ma Fabio ha citato la mia opinione (del 2010) al riguardo.
Ad ogni modo, ad oggi l’unico portale a fare girare informazioni di ogni genere e qualità, riguardante il mondo che ruota attorno agli speleo e le loro attività, è La Scintilena. Nessuna associazione nazionale o regionale è riuscita a realizzare qualcosa di simile. Perché? Perché l’umanità è fatta di persone e Andrea Scatolini ha avuto la visione, ha formulato l’idea, ha sviluppato il progetto e da 20 anni passa un sacco di tempo al computer a scrivere articoli, chiedere informazioni, mantenere rapporti con il mondo speleo intero. La persona!
Per molti anni degli invidiosi hanno avuto antipatia per Scatolini e ciò che faceva: reo di essere un individuo, di agire perché gli piace e gli dà soddisfazione, non un accademico, non un ricercatore, non un grande esploratore, non un pataccato componente di qualche blasonato organo nazionale o internazionale. Come osa questo tizio fare ciò che di diritto spetta al Sacro Sovrano Ordine degli Speleologi Straordinari?
Osa perché se non avesse osato, nessun altro lo avrebbe fatto.
Ci saremmo incontrati in 100 riunioni, avremmo fatto grandi discorsi, scritto un regolamento, iniziato a bisticciare perché non piaceva a tutti, avremmo individuato qualche “responsabile” che si sarebbe sentito automaticamente investito di un titolo nobiliare, aspirando a divenire padrone e signore di homini et terre, per grazia di Dio e volontà di un’assemblea.
Invece a pensarci è stato il discendente di Brancaleone da Norcia, messer Andrea da Collescipoli. E questo a tanta gente è stato terribilmente sullo stomaco.
Per anni messer Andrea da Collescipoli è stato un po’ quello che poteva essere, uno che tirava la carretta. Ha provato pure a condividere l’onere, ma ha capito che sarebbe finita con la solita caciara. Con tutta la buona volontà, noi umani siamo umani. Se vuoi che una cosa venga fatta come l’hai immaginata tu, devi farla tu. E se ti fai dare una mano, chi viene in tuo soccorso deve condividere la visione, l’idea, accettare che il progetto è quello. Non è facile.
Lo scorso fine settimana, d’improvviso, messer Andrea da Collescipoli ha fatto saltare un altro lucchetto. Fra venerdì e domenica si sono susseguiti interventi e contributi da parte di tantissimi relatori. Si è parlato di tutto e a tutti i livelli. Sembrava un congresso di speleologia senza comitato scientifico.
Anatema!
L’austero scienziato dovrebbe pretendere che messer Andrea venga rinchiuso nella cella della Santa Inquisizione, che si trova proprio sotto l’ex altare della chiesa di San Domenico, da cui ha osato dir messa laicamente, senza nemmeno essere laureato in scienze! Sto cavolo di dulciniano speleo.
E invece, mentre i conclavi durano sempre di più, i concilii e i capitoli si protraggono all’infinito senza concludere nulla, le persone agiscono, per anni, decenni, col sorriso sulle labbra, mandando cordialmente a fanculo chi se lo merita.
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