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Cercare doline – secondo metodo

febbraio 12, 2021

Care speleologhe e (secondariamente) cari speleologi, proseguo la carrellata di “trucchetti” con un secondo metodo per individuare le doline quando si dispone di un file raster che contiene le informazioni sulla quota delle celle. Questo metodo è un po’ più laborioso ma, come vedremo, presenta dei vantaggi.

Descrizione del workflow su QGIS 3.8 Zanzibar

  1. caricare raster contenente dati di quota (digital elevation model)
  2. Strumenti di processing -> cercare Fill sinks in SAGA -> Terrain analysis – Hydrology
  3. Campo DEM selezionare il raster delle quote
  4. Minimum slope lasciare 0,01 (default)
  5. Filled DEM potete lasciarlo file temporaneo
  6. Esegui
  7. Aprire Raster -> Calcolatore raster
  8. Nella finestra Espressione del Calcolatore Raster impostare la differenza fra DEM riempito (Filled DEM) e DEM originale e lasciare tutte le estensioni e impostazioni di default
  9. Impostare il salvataggio del risultato su un nuovo file raster
  10. Premere 0K per eseguire
  11. Selezionare nel pannello Layer il nuovo raster calcolato tasto destro -> proprietà
  12. Nella scheda trasparenza creare nuova trasparenza -> +
  13. Impostare da -1 a 0.5 -> Applica
  14. Nella scheda Simbologia Tipo di visualizzazione -> Banda singola falso colore
  15. Aggiungere almeno una classe valore 0 e una classe col valore massimo del raster -> Applica

Alcune considerazioni

Più piccole sono le celle del raster delle quote originale e migliore sarà la nostra capacità di individuare avvallamenti piccoli, ma maggiore la quantità di dati su cui il computer dovrà eseguire il calcolo. Al momento ho fatto una prova con un portatile che porta un processore da 1.8 GHz e ha 4 Gb di RAM installata elaborando un raster con appena 1182×648 celle , il tempo di calcolo è dignitosamente breve.

Potete provare gli effetti di diversi valori di Minimum slope in Fill Sinks. Questo parametro stabilisce qual’è la pendenza minima per fare scorrere l’acqua sulla superficie del vostro DEM. Notate, questo è uno strumento per idrologia! Quindi, se voi aveste due doline dentro a un dolinone più grande con un orlo più basso, Fill Sinks riempirà il dolinone fino al livello di quella soglia, ovvero fino a creare una superficie su cui l’acqua possa scorrere fino a scivolare fuori dal vostro raster. Non è uno strumento ottimale, ma funziona dignitosamente.

Creando il nuovo raster come differenza DEM riempito – DEM originale, si ottengono valori positivi per gli avvallamenti, nulli per le altre zone. Localmente capitano valori negativi (spiana qualche punta). Per questo motivo suggerisco di impostare la trasparenza da -1 a 0.5, in questo modo non terrete conto di avvallamenti profondi meno di 0.5m, ma impostando la scala dei colori, potrete sapere quanto è profondo il centro dell’avvallamento che state osservando.

Attenzione, tutti i DEM sono creati interpolando le quote misurate di un gran numero di punti, a ogni cella viene attribuito un valore che possiamo considerare “medio” della cella. Questo significa che se c’è forte pendenza e la cella è grande, potreste avere degli artefatti. Ad esempio, se la cella è di 10 m (dimensione comune nei files distribuiti) e ci passa in mezzo una paretina alta alcuni metri, il valore della quota attribuito alla cella quale sarà? Dipende da come è stato costruito il DEM, ma spesso è la media delle quote dei punti contenuti in quella cella. Quindi gran parte di quella cella non si troverà per nulla alla quota indicata. Per questo motivo di solito uso i raster con celle di 1m che, per fortuna, la mia Regione distribuisce al pubblico.

Se avete domande, suggerisco di farle nei commenti a questo post e non via mail privata, in modo che siano visibili a tutti sia le domande che le risposte.

Nella prossima puntata: come mi porto sul campo queste mappe.

From → Studi, Tecnologia

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  1. DTM fai da te | Diario di uno speleologo

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